MINIBOND: che cos’è?
Le alternative al prestito per aziende virtuose.
Tutto ciò che c’è da sapere sulle piccole obbligazioni che fanno diventare… grandi (?)
Quando andavo a scuola io, li chiamavano obbligazioni.
Ed infatti sono obbligazioni emesse da società italiane (piccole e medie imprese) NON QUOTATE.
Siccome sono emesse da PMI con una dimensione dell’emissione limitata (massimo 50 milioni di euro), si sono guadagnate dai giornalisti specializzati il termine MINIBOND, entrato ora nel lessico finanziario comune, ma non c’è traccia di questo nome nella normativa che li regolamenta.
Le varie normative emanate a partire dall’anno 2012, hanno cercato di favorire lo sviluppo di questi nuovi strumenti finanziari, concedendo degli incentivi fiscali alla loro emissione e svincolandole l’ammontare di emissione dai limiti fissati dal codice civile.
A inizio 2013, Borsa Italiana, sempre con l’obiettivo di favorire lo sviluppo di questi strumenti, ha lanciato un nuovo mercato, l’EXTRAMOTPRO: un mercato non regolamentato dedicato alle emissioni di Minibond da parte di società italiane non quotate. Questo mercato non è pubblico, ma riservato solo agli investitori professionali, cioè banche e società specializzate.
Quanto costa emettere un Minibond?
I tassi attuali si aggirano sui 5/6 punti percentuali. Bisogna poi aggiungere le spese per l’emissione che, su tagli di 2/3 milioni di valore nominale, si aggirano sui 2 punti percentuale. Quindi complessivamente costano tra il 7 e 8% del valore dell’emissione.
Un po’ cari… ho pensato quando me l’hanno detto. Soprattutto se faccio riferimento ai tassi che posso spuntare dalla banche per ottenere denaro.
Poi però ho scoperto da una pubblicazione della Banca d’Italia che le rilevazioni statistiche indicano un “Tasso Effettivo Globale Medio” (per le imprese italiane) del 4,5%, che diventa il 7% sulle operazioni sotto i 50.000€. (valori medi, ma in certi casi è possibile arrivare quasi al 13%, vedi il 12,72% in Calabria).
Ho inoltre scoperto che certe operazioni di trasformazioni societarie o acquisizioni di nuove imprese non vengono finanziate della banche e quindi l’imprenditore deve cercare nuovi canali.
Inoltre l’emissione di Minibond non intacca la centrale rischi dell’impresa e non tocca l’ammontare degli affidamenti bancari. Si tratta quindi di un’alternativa al prestito bancario.
Il percorso per arrivare all’emissione non è però facile ed è percorribile solo da società virtuose, con progetti di business chiari, strutture organizzate e numeri che danno una buona reputazione finanziaria.
[1] Proseguo gli articoli sugli strumenti e sui servizi per la finanza alternativa e digitale
Gigi Turla – EDUCASH