I costi di impianto e di ampliamento sono oneri che vengono sostenuti dall’azienda, nella fase pre-operativa (costi impianto) oppure nella fase di accrescimento della capacità operativa esistente (costi di ampliamento).
Sono investimenti di tipo irreversibile, in quanto non possono essere dismessi fino a che non sia esaurita la loro utilità.
Lo schema di Stato patrimoniale previsto dall’art.2424 del Codice civile indica i costi di impianto e di ampliamento alla voce 1) delle immobilizzazioni immateriali.
Alcuni esempi di costi di impianto: le spese notarili, imposte e tasse per la registrazione, iscrizione dell’atto costitutivo, le consulenze e gli adempimenti professionali, le spese per la stampa dei certificati azionari, le spese di organizzazione interna, le spese per adattamento dei locali, spese relative a studi e progetti, spese per studi di fattibilità, avviamento impianti e produzione, allacciamento dei servizi.
costi di ampliamento rappresentano invece tutti i costi indispensabili per il potenziamento dell’attività o finalizzati all’incremento delle capacità operative dell’impresa. Si tratta ad esempio delle modifiche dell’atto costitutivo e dello statuto, dell’aumento di capitale, della fusione, scissione e trasformazione, del conferimento, della ristrutturazione interna, dell’avvio di nuovi processi produttivi, dell’ammodernamento locali.
L’ammortamento dei costi di impianto e di ampliamento, è disciplinato dall’art.   2426, lettera 5, del Codice Civile, ai sensi del quale “l’ammortamento dei costi di impianto e di ampliamento deve esaurirsi in un periodo non più grande di 5 anni“.

Sai trovare nel tuo bilancio i tuoi costi di impianto?

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