CAMBIO IO, CAMBIA IL MIO LAVORO
Interrogando la Morte.
« Ci sei domani in ufficio? Ultimamente non ti si vede mai… sei sempre uccel di bosco! Ma lavori ancora in NK? »
Ultimamente mi sono sentito rivolgere questa domanda più volte da amici e colleghi. Finora ho risposto in modo ironico e allusivo, però, nella mia testa si stanno susseguendo una serie di pensieri e riflessioni.
In effetti, la mia vita è cambiata molto negli ultimi quattro anni sia a livello personale sia sul piano professionale.
È vero… spesso non sono in ufficio, dove, invece, per i precedenti 28 anni di vita lavorativa sono sempre stato presente: seduto alla mia scrivania, chino sul computer, con una giacca grigia, leggermente abbondante e demodè, un po’ triste, come lo era il suo proprietario, il sottoscritto!
Tanti sono stati gli elementi a caratterizzare il punto di svolta nella mia vita.
“Gigi è felice?”, mi sono chiesto ad un certo punto. La risposta che ho trovato non mi piaceva per niente, ma mi ha aiutato a rendermi consapevole della situazione.
Così la fase di ricostruzione ha avuto il suo inizio.
A maggio 2011, una persona che conoscevo appena, mi consigliò un libro: “Le 7 regole per avere successo” di Stephen Covey.
Inizia pensando alla fine, recita la seconda delle sette regole. Ed io sono partito da lì. Ho iniziato a lavorare sull’immagine, sulla raffigurazione della fine della mia vita, come paradigma in base al quale esaminare ogni cosa che mi stava accadendo. Mi sono ritrovato a pormi domande del tipo…
Qual’è la mia vera missione su questo pianeta? Cosa voglio che gli altri dicano di me al mio funerale? Per cosa devono ricordarsi di me?
Rispondere a queste domande ci induce ad identificare i valori insiti nel profondo. Valori che indicano radici e direzione della nostra esistenza, e solo rispondendo a questi, possiamo vivere appieno. Insomma, mi sono reso conto che la fine accende una luce sulla direzione da prendere.
Ho cominciato ad andare a dormire sereno: limite e finitezza sono miei graditi compagni di viaggio!
Questo percorso di ricerca, ha ingenerato in me quattro pilastri:
- Sicurezza: derivata dalla riscoperta dei valori, della mia ritrovata identità e dal riconoscimento delle mie emozioni, finalmente liberate.
- Direzione: conseguenza della definizione di una nuova mappa di lettura della mia realtà, mappa sempre in evoluzione, ma punto di riferimento, guida alla mia vita.
- Saggezza: equilibrio, comprensione, interconnessione, espressione di me… Insomma! Su questo ci sto lavorando…
- Potere: conoscere-essere-agire.
E con uno stile proattivo mi sono ritrovato non solo a far accadere le cose, ma anche ad assumermene la responsabilità, (respons-abilità, la capacità di risposta), uscendo da un cortocircuito vittimistico e passivo.
Sì!!! È cambiato il mio approccio al lavoro, ma soprattutto sono cambiato io, o meglio, ho cominciato un processo di cambiamento.
Ora sono spesso fuori ufficio: risponde meglio al presente contesto socio-economico ed è utile seguire direttamente e personalmente i clienti attuali e potenziali. Mi appassiona seguire corsi per conoscere nuove tecniche di lavoro nei vari settori strategici per l’imprenditore e per la mia professione, come per esempio il marketing e le tecniche di vendita. Ma soprattutto sto imparando che valorizzare le persone, e comunicare con più efficacia non solo migliora il mio lavoro, ma mi centra come essere umano e mi da piacere.
È impegnativo, ma al contempo è stimolante e genera energia.
Ma se sono cambiato io, i risultati nel mio lavoro sono poi cambiati?
Direi proprio di sì: ho saputo abbandonare ruoli che non mi davano più stimoli e rilanciarmi come professionista con un nuovo approccio al cliente, più efficace e apprezzato. Ho imparato ad ottenere fiducia da parte di persone che non mi conoscevano e a vendere il mio lavoro. Sto creando un nuovo brand come educatore in finanza d’impresa.
La crescita del mio business e quello della mia società è dimostrata soprattutto dai numeri, che non mentono mai, ed evidenziano una chiara crescita.
Per me, però, il miglior indicatore del successo del cambiamento è il grado di libertà finanziaria che ho raggiunto, che mi permette ora anche di stare meno in ufficio per dedicare più tempo alle mie passioni e ai miei affetti. Comprendo che sono veramente soddisfatto del mio lavoro quando, anche in quello, concorro a rispondere ai valori derivati dalle domande di senso sulla vita e mi assumo la respons-abilità di ciò che sono e di ciò che faccio.
E come un compasso, che con la punta ben piantata, riesce, con l’altro braccio, a disegnare cerchi, archi e incroci, così ciascuno di noi, con la propria consapevolezza focalizzata sui propri valori, può permettersi di esprimere potenzialità, realizzare imprese e concretizzare desideri.
Gigi Turla feat. Daniela Corioni