L’impresa e l’accesso al credito: il ruolo del commercialista.
L’importanza dei modelli organizzativi e dei piani d’impresa.
Visto il titolo, non sarei potuto mancare a questo convegno organizzato il 16 Aprile 2018 dal mio Ordine, in collaborazione con UBI Banca.
Alla tavola rotonda, moderata dal giornalista Camillo Facchini, hanno partecipato:
- Pierraffaello Aquino, Responsabile area crediti di UBI Banca;
- Alberto Bartoli, da poco CEO Gefran spa ed in precedenza Sabaf Spa;
- Renato Camodeca, commercialista e Professore Universitario;
- Giorgio Chirivì, responsabile finanza straordinaria PMI UBI Banca;
- Stefano Salvadeo, commercialista in Milano.
Ogni relatore ha portato un proprio personale contributo.
Il Prof. Camodeca, ha posto l’accento sui bilanci e sul preciso rispetto delle norme di redazione, che vanno applicate in modo sostanziale e non formale. Molto importante per lui è il passaggio alle norme IAS/IFRS.
I dott. Salvadeo e Chirivì, si sono focalizzati sul Business Plan, come strumento utile per tutti gli imprenditori, anche per le piccole imprese che decidono di iniziare un’attività da zero. Il Business plan, fa parte della strategia imprenditoriale e dev’essere tracciabile e verificabile con i vari bilanci consuntivi.
Chirivì ha parlato anche di finanza agevolata, presentando un’indagine che evidenzia come solo il 22% delle aziende campione ne hanno usufruito; ha invitato i presenti ad avvalersi di consulenti esterni specializzati che sappiano accompagnare l’impresa nelle pratiche necessarie.
Il dott. Aquino ha parlato del rating bancario, la cui formula è custodita in cassaforte da ogni banca, evidenziando come molte banche piccole non hanno le risorse per coltivare algoritmi propri e quindi si avvalgono di società esterne.
Alla luce del calo dell’offerta di credito bancario, come forma alternativa, si è accennato alla Borsa, particolarmente positiva in quest’ultimo periodo, e allo sviluppo del mercato dei prestiti obbligazionari, grazie soprattutto alla nascita dell’extramot. È in forte sviluppo anche il private equity, con i fondi che nel 2017 hanno raccolto 5 miliardi di euro contro i 1,6 miliardi del 2016.
Gli spunti che ho più apprezzato, sono stati quelli presentati dal dott. Bartoli (ex Sabaf e ora CEO Gefran), unico rappresentante del mondo imprenditoriale.
Ha esordito con una provocazione: il sistema bancario, oltre ai rating di bilancio, dovrebbe valutare il RATING ORGANIZZATIVO delle società, la qualità della variabile organizzativa e la sua composizione umana. In certe società esiste ancora l’“uomo solo al comando”, che governa l’intera impresa, e non sviluppa un chiaro organigramma con organi manageriali dotati dei poteri per assolvere al proprio ruolo. Anche da un punto di vista bancario, questo modello è di assoluto rischio. Inoltre, sempre Bartoli, ha sottolineato la grande trasformazione digitale dell’impresa, in tutti i suoi aspetti, non solo industriali, ponendo l’attenzione come questo cambiamento digitale deve avvenire anche tra i professionisti e gli istituti di credito. Ha parlato quindi di Bilancio Integrato, cioè l’unione tra il bilancio civilistico e quello sociale, il cosiddetto bilancio di sostenibilità, come ulteriore elemento per valutare le imprese di qualità.
La mia personale sintesi dei vari interventi è la seguente:
- Si evidenzia una tendenza del sistema bancario a ridurre l’erogazione complessiva di credito, indirizzandola alle realtà con buon rating e soprattutto con una serie di documenti (bilanci, business plan, ecc.) che siano in grado di evidenziare la capacità prospettiva di produrre cash flow.
- Si sottolinea la necessità per le imprese di evolversi: tramite la rivoluzione digitale, adeguando i propri modelli organizzativi ed elaborando nuovi piani di impresa strategici, che siano tradotti in documenti come il business plan che rappresenterà il nuovo biglietto da visita delle imprese.
Ma… quante imprese hanno un loro piano d’impresa scritto e condiviso?
Io ne conosco poche…
Forse è il caso di attrezzarsi…
Gigi Turla