Seduci te stesso
Mantenere vivo il piacere è possibile. Ecco il modo
Cammini per strada.
Sei seduto alla scrivania.
Sfrecci in autostrada con il tuo bolide.
Sei fiero di quello che sei. Sei fiero di ciò che hai realizzato. Ti piace essere riconosciuto per il tuo successo professionale, per le tue intuizioni in ambito lavorativo.
Gli altri ti vedono. Gli altri dicono: tu sei così. Eppure dentro di te sai che quello che si vede è solo una parte di te. C’è molto di più in te; qualcosa che non sai nemmeno tu bene cosa sia.
La sensazione è netta.
“Io non sono solo quello che si vede o solo quello che vedono gli altri”.
“Io non sono solo quello che vedo di me stesso in questo momento”.
“Io non sono SOLO quello che faccio, a maggior ragione se considero di usare SOLO una piccola parte delle mie capacità cerebrali”.
A questo punto è importante ciò che sei, ma ben più importante è l’atteggiamento che hai nei confronti di quello che ancora non sei. Perché puoi stare prevalentemente bene, puoi godere di buone relazioni, puoi aver raggiunto buoni o ottimi risultati professionali, puoi guadagnare in modo più che soddisfacente, ma ancora qualcosa ti manca.
L’affermazione, presente in molti aforismi provenienti da ogni parte del modo, secondo cui il piacere maggiore si ha nel viaggio e non tanto nell’arrivare alla meta, è oggi confermata dalle neuroscienze che hanno dimostrato che il vero piacere nella vita si ha quando si è attivato il sistema della ricerca. Quando poi si è arrivati il piacere cala, ma può riaccendersi grazie ad un’altra ricerca. Insomma: ri-partire dà piacere; e ciò che dà piacere è seduttivo (= condurre a sé).
Seduttivo in un senso originale, perché nella ricerca ciò che viene “condotto a sé”, è il sé medesimo. Cioè nella ricerca io sono sedotto dal nuovo me che emerge, si sperimenta, si diverte, crea.
Come dice Ernest Blok “Quello che c’è già, non è vero”.
E quello che non è ancora… ci chiama.
Dulcinea del Toboso